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PREZZO DELL'OLIO

Effetto clima sui raccolti, per l'olio prezzi alle stelle. L'extravergine tocca punte di quasi 14 euro al litro in Borsa Merci.

In Spagna la produzione è crollata del 55% e la Turchia per ora si è detta pronta a bloccare le esportazioni. L'olio extravergine di oliva non è mai stato così caro come nelle ultime settimane, in cui prezzo nelle borse, per le varie cultivar si aggira intorno ai € 14 al litro. Le previsioni dicono che potrebbe salire ulteriormente in concomitanza di alcune notizie:

1) il governo spagnolo prevede ufficialmente una disastrosa campagna olearia (-55% rispetto al 2022, 660.000 tonnellate contro 1,48 milioni);

2) la Turchia, secondo Paese produttore al mondo, vieta fino a tutto novembre l'export del suo olio, sperando così di limitare l'aumento del prezzo nel mercato domestico (+102%, a fronte del record di esportazioni del +240% verso i Paesi del Mediterraneo);

3) in Italia - ha comunicato l'Icqrf del ministero dell'Agricoltura - la giacenza di olio extra vergine di oliva si è ridotta a 52 mila tonnellate. Considerando il trend di luglio pari a 15 mila tonnellate, è prevedibile la fine delle scorte a settembre. Una situazione mai vista. Situazione dovuta a più fattori:

A) i cambiamenti climatici che stanno influendo in maniera rilevante. Primavere fredde, piovose e ventose (che hanno dapprima rallentato la fioritura e poi i venti tesi che hanno fatto sì che molti alberi perdessero i fiori). Estati roventi, senza acqua e spesso, in alcune zone d'Italia con l'impossibilità di irrigare causa Consorzi di Irrigazione che perdono acqua da tutte e parti.

B) l'abbandono della coltivazione degli ulivi: in effetti è uno dei settori meno supportati sia a livello europeo che nazionale, Mi riferisco soprattutto alle micro e piccole aziende che non riescono mai ad avere i finanziamenti dati alle grandi aziende, solo perché in Italia ci si basa sull'estensione dei terreni.

C) la mancanza di Consorzi in alcune Regioni che permetta al prodotto italiano di essere presente sul mercato ed adeguatamente pagato.

D) la politica, italiana in primis, che al di là di tanti proclami, in concreto in Europa sta facendo poco o nulla per il settore olivicolo (sempre ovviamente riferendomi alle micro e piccole aziende, che poi alla fine sono quelle che danno il prodotto più "sicuro" sotto ogni aspetto).

Aspettiamoci quindi l'immissione sui vari mercati anche olio "vecchio" in quanto in alcuni Paesi è ancora consentito deodorare, quindi alterare l'olio, affinché possa almeno assomigliare ad un olio di recente spremitura, ovvero 2023
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